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Proposte per dare un “colpo d’ala” alla politica di sviluppo sostenibile in Europa
II nuovo ciclo politico che si aprirà con le elezioni europee deve essere caratterizzato da un grande impegno per attuare l’Agenda 2030 delle Nazioni unite. Nella conferenza di apertura del Festival dello sviluppo sostenibile, martedì 21 nella sala Petrassi dell’Auditorium di Roma, l’auspicio espresso dal titolo “Per un’Europa campionessa mondiale di sviluppo sostenibile” era largamente condiviso, ma si è cercato di entrare nel vivo delle proposte per rafforzare la sensibilità a questi temi dell’opinione pubblica, aumentare il peso della sostenibilità nelle scelte delle aziende e della finanza e modificare le priorità delle scelte politiche.
Per un quadro completo delle analisi e delle proposte rimandiamo alla registrazione dell’evento, disponibile in italiano e in inglese, ma ecco alcuni spunti emersi dal dibattito.
Dopo il saluto del vicesindaco di Roma Luca Bergamo, che ha sottolineato tra l’altro l’importanza del rispetto dei diritti umani, senza il quale non è possibile raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, ha preso la parola Enrico Giovannini (vedi slide), che ha presentato numerose proposte e ha concluso così il suo intervento:
L’Unione europea non è su un sentiero di sviluppo sostenibile. Le istituzioni europee hanno posto le premesse per un salto di qualità nelle politiche europee usando l’Agenda 2030 come riferimento per realizzare appieno il Trattato. La società civile ha spinto in questa direzione ed è pronta a sostenere un’accelerazione.
I cittadini, secondo Giovannini, si aspettano un «colpo d’ala» dalla politica e per far decollare la politica europea, il portavoce dell’ASviS ha avanzato diverse proposte, che investono: il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027; la struttura della Commissione; la riforma del Semestre europeo e la coerenza delle politiche interne ed esterne; la valutazione ex-ante delle nuove iniziative legislative e il coinvolgimento della società civile.
Molti spunti di Giovannini sono stati ripresi nell’intervento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Per il Governo, l’obiettivo prioritario è incrementare il benessere delle generazioni attuali, preservando tuttavia quanto più possibile quello delle generazioni future; lo sviluppo sostenibile, in quest’ottica, è uno strumento fondamentale per conseguire questo obiettivo, perché ci aiuta a valutare il progresso di un Paese in un quadro multidimensionale, e non soltanto ci induce a ragionare secondo l’angusto parametro dell’homo oeconomicus. (...)
Proprio per studiare ed approfondire questi fenomeni complessi e quindi illuminare la strada dei decisori politici – del decisore politico, il sottoscritto – ho approntato proprio in questi giorni – confido di sottoscriverlo già oggi o comunque in settimana – un decreto volto a istituire una Cabina di regia apposita, a Palazzo Chigi, presso la Presidenza del Consiglio, che ho chiamato “Benessere Italia”, allo scopo di coordinare le politiche di tutti i ministeri nel segno del benessere dei cittadini.
Dopo il presidente del Consiglio, salutato all’uscita dall’Auditorium da una manifestazione degli Sbandieratori Cavensi con vessilli dei 17 Goal, è iniziata la tavola rotonda “La governance nazionale ed europea per un’Europa equa e sostenibile”, moderata da Angela Mauro (Huffington post), con la partecipazione di László Borbély (consigliere di Stato, Dipartimento per lo sviluppo sostenibile, governo della Romania), Cristina Gallach (Alto commissario per l’Agenda 2030 della Spagna), Daniel Gros (direttore del Centre for European policy studies), Luca Jahier (presidente del Comitato economico e sociale europeo), Louka Katseli (co-presidente della Commissione indipendente per l’uguaglianza sostenibile) e Nathalie Tocci (direttore dell’Istituto affari internazionali).
La seconda tavola rotonda, sul tema “La finanza e i sistemi finanziari per lo sviluppo sostenibile”, è stata introdotta da un keynote speech del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Ne riportiamo alcuni passaggi conclusivi.
La transizione verso un’economia caratterizzata da basse emissioni di carbonio è necessaria se vogliamo limitare i rischi che i cambiamenti climatici pongono per il benessere dei cittadini. Il settore finanziario, le banche centrali e le autorità di vigilanza non possono supplire alle politiche necessarie a “decarbonizzare” i nostri sistemi energetici, ma possono svolgere un ruolo importante per favorire tale processo. Una maggiore consapevolezza degli intermediari finanziari su come i fattori di sostenibilità possano incidere sulla loro attività è nel loro interesse: faciliterebbe la gestione dei relativi rischi nei propri sistemi di governo e nelle proprie strategie, contribuendo a migliorare la loro performance. Le banche centrali e le autorità di vigilanza operano per fare in modo che il sistema finanziario sia preparato ad affrontare questa transizione. Il processo di d diffusione dei nuovi strumenti finanziari potrà essere facilitato dalla definizione, a livello europeo, di una tassonomia ambientale delle attività e di schemi di etichettatura dei prodotti (inclusi gli standard per i cosiddetti green bonds), dalla diffusione dei nuovi indici di riferimento a bassa emissione di carbonio e dall’applicazione delle nuove regole in materia di trasparenza. Nel nostro paese l’interesse espresso dai risparmiatori per la finanza sostenibile è significativo, ma l’offerta di prodotti non è ancora sufficiente a soddisfare la domanda: vi è spazio per nuovi progetti da finanziare, servono strumenti adeguati sui quali investire ed è fondamentale la capacità delle imprese di fornire le informazioni necessarie sulla sostenibilità delle proprie attività.
La discussione è stata coordinata da Giselda Vagnoni (Reuters) e vi hanno partecipato: Maurizio Beretta (responsabile di UniCredit group institutional affairs & sustainability); Francesco Bicciato (segretario generale, Forum per la finanza sostenibile); Anna Genovese (Commissario Consob); Chiara Mio (Gruppo Crédit agricole Italia): Vittorio Verdone (Corporate communication manager, Unipol gruppo).
Nel pomeriggio, Giovannini ha interrogato due esperti in merito alle politiche europee sul cambiamento climatico: Carlo Carraro (presidente della European association of environmental and resource economists) e Angelo Colombini (segretario confederale della Cisl).
L’ultima tavola rotonda, sul tema “Il futuro del lavoro e il futuro della società europea”, ha visto la partecipazione di Luca De Fraia (Coordinamento nazionale Forum Terzo Settore), Maurizio Ferrera (Università di Milano), Irene Khan (direttore generale dell’International development law organization) e Guy Ryder (direttore generale dell’Organizzazione internazionale del lavoro), su domande di Giovannini.
Una sessione speciale della Conferenza è stata dedicata a “L’Unione europea che vogliamo: la voce dei giovani!”. Sono intervenuti: Efrem Garlando (Curatore uscente, Global Shapers e funzionario Commissione Ue - DG Devco); Katerina Mucci (Project manager della sessione unternazionale - Milano 2020 dello European Youth Parliament); Federico Boscaino (vincitore del contest HackEU del Think-tank Tortuga per la categoria “Convergenza Economica”); Giuseppe Pilato (vincitore del contest HackEU del Think-tank Tortuga per la categoria “Energia e ambiente”): Annachiara Tanzarella (vincitrice del contest HackEU del Think-tank Tortuga per la categoria “Energia e ambiente”); Alessia Busi (vincitrice del contest HackEU del Think-tank Tortuga per la categoria “Uguaglianza di genere”); Milena Selivanov (vincitrice del contest HackEU del Think-tank Tortuga per la categoria “Uguaglianza di genere”).
Alla fine, il portavoce dell’ASviS ha tirato le fila della giornata di lavoro soffermandosi su cinque punti. Riprendendo lo spunto del presidente del Consiglio sul rapporto tra le generazioni, ha ricordato che le nuove generazioni vogliono far sentire la loro voce. A loro si contrappone “una paura terribile del cambiamento” perché molti adulti non sono disposti a pagare per le politiche di adattamento. “Ma attenzione, perché se non ci prepariamo, i costi della transizione saranno terribili”. In secondo luogo, Giovannini ha ringraziato Visco che, rompendo il tradizionale riserbo che caratterizza i governatori in maggio, prima delle “Considerazioni finali”, è intervenuto per sottolineare il ruolo delle banche centrali, ben consapevoli della ineluttabilità del cambiamento. Terzo, la sfida che dobbiamo affrontare “ha un retrogusto amaro”: non è affatto facile e non basta parlar bene dell’Agenda 2030. In realtà non ci sono alternative per l’Europa se non ci si vuole rifugiare in una inutile “retrotopia”. Quarto, questa situazione ha effetti sugli investimenti pubblici e privati. Non basta parlare di stabilità finanziaria, se l’incertezza sul futuro impedisce di investire e quindi di costruire qualsiasi futuro. Infine, Giovannini ha sottolineato che quella che stiamo vivendo è comunque una bellissima avventura, che coinvolge i giovani, i quali anche in questa giornata hanno mostrato idee nuove con grande concretezza. Si deve anche valorizzare il ruolo femminile. Dopo gli 800 eventi del Festival già in programma, la conclusione alla Camera sarà affidata a un incontro con le neoelette al Parlamento europeo, proprio perché “abbiamo bisogno di visioni nuove”.
a cura di Donato Speroni
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