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EVENTO NAZIONALE SUL GOAL 11: NELLE CITTA’ CI SONO ANCORA “TROPPI SEMAFORI ROSSI”
Alla luce dei disastri ambientali degli ultimi anni, che hanno colpito la penisola italiana da nord a sud, la gestione sostenibile dei territori non rappresenta più un’opportunità, bensì una necessità.
Questo è stato il tema principale dell’evento nazionale del Festival dello Sviluppo Sostenibile “Regioni, città e territori per lo sviluppo sostenibile”, organizzato da Anci, Comune di Genova, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Regione Liguria e Comitato scientifico sul Goal 11 (citta è comunità sostenibili) dell'ASviS, che si è tenuto il 3 giugno a Genova, città-simbolo della necessità di costruire infrastrutture urbane resilienti e capoluogo di una regione che fronteggia quotidianamente un elevato rischio idrogeologico.
Presso la maestosa cornice del salone di rappresentanza del Palazzo Doria-Tursi, i relatori hanno concordato sul fatto che gli enti locali, in stretta interconnessione con la società civile, devono effettuare una svolta immediata verso il sentiero dello sviluppo sostenibile, plasmando politiche e strategie sulla base degli obiettivi da raggiungere entro il 2030. “Per mettere mano al nostro futuro abbiamo bisogno di tradurre le agende urbane in pratica”, ha aperto Matteo Campora, assessore all’Ambiente del Comune di Genova.
C’è chi ha già cominciato a farlo, come la Città metropolitana di Bologna che ha elaborato la propria Agenda per lo sviluppo sostenibile. Paola Gazzolo, assessora alla Difesa del suolo e della costa, protezione civile e politiche ambientali e della montagna della Regione Emilia-Romagna, ha affermato che l’Emilia-Romagna “si sta focalizzando sul tema della governance”, attraverso l’istituzione di una cabina di regia presso il Gabinetto del presidente della Regione per il supporto metodologico e per l’allineamento con il Documento di economia e finanza dell’ente e con la costituzione di un gruppo di lavoro tecnico intersettoriale con ruolo di presidio delle tematiche settoriali afferenti all’Agenda 2030. Ma la Regione Emilia-Romagna non si è fermata alla governance: nel 2018 ha siglato un accordo con ASviS per l’aggiornamento degli indicatori regionali sulla situazione riguardante il raggiungimento locale degli SDGs. Da qui passa un altro tema importante del convegno: misurare lo sviluppo sostenibile.
Walter Vitali, direttore esecutivo di Urban@it e coordinatore del gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11 (città e comunità sostenibili), ha presentato il primo Report di aggiornamento dell’Agenda Urbana per lo sviluppo sostenibile, realizzato da ASviS e Urban@it, documento che sintetizza la situazione complessiva delle città italiane sul raggiungimento degli SDGs e dei relativi target. Nella presentazione Walter Vitali ha mostrato, relativamente ai 17 Obiettivi prioritari, “il confronto tra l’andamento dell’ultimo biennio per cui sono disponibili i dati e quello del biennio precedente contenuto nel Rapporto ASviS 2018”. Il risultato finale è rappresentato da 5 “semafori verdi”, cioè Obiettivi che verranno raggiunti entro il 2030 mantenendo il passo attuale, e 12 “semafori rossi”, vale a dire Obiettivi il cui raggiungimento è ancora lontano e per i quali è necessario cambiare rotta.
Un altro grande contributo è rappresentato dal report Per un’Italia sostenibile: l’SDSN Italia SDGs City Index 2018, realizzato da Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem) in collaborazione con Sdsn Italia. Il rapporto è stato presentato dalla co-autrice Laura Cavalli, ricercatrice senior di Feem e manager di Sdsn. Esso analizza la situazione delle città capoluogo di provincia e delle regioni, con l’obiettivo di “aiutare le amministrazioni locali a identificare le priorità di azione in ogni città rispetto ai Goal identificati nell’Agenda 2030”. Dal rapporto emerge che la media delle città italiane rispetto al raggiungimento degli SDGs è pari al 52,7%. Laura Cavalli ha presentato anche il report Verso la sostenibilità: uno strumento a servizio delle Regioni (2019), che si affianca al precedente rapporto sulle città capoluogo e al rapporto ASviS 2018, proponendo “uno strumento di comparazione interregionale”. Il metro di comparazione è rappresentato da uno spettro di colori che va dal rosso al blu: maggiore è l’intensità del rosso, maggiore è la distanza della regione dalla media; al contrario, una colorazione blu corrisponde a un risultato superiore alla media delle regioni. Come si può dedurre, afferma Cavalli, “se una Regione presenta una colorazione blu il suo comportamento è virtuoso, ma ciò non significa che essa si trovi necessariamente su un percorso di sostenibilità”, ipotesi avallata dal fatto che una regione può avere un andamento positivo rispetto ad un determinato Obiettivo e un andamento negativo rispetto ad un altro Obiettivo. Alla luce di questo, gli amministratori locali devono utilizzare i dati per “promuovere lo scambio di conoscenze, promuovere un coordinamento orizzontale e l’integrazione delle politiche a diverso livello, senza dimenticare di continuare a chiedere che, a livello centrale, vengano definiti i target nazionali”.
Proprio questa esigenza di coordinamento e di definizione di target misurabili a livello nazionali è stato un altro tema centrale del convegno. Virginio Merola, sindaco di Bologna e delegato Anci all’Agenda urbana delle Città metropolitane per lo sviluppo sostenibile, ha sottolineato la necessità di “realizzare un'agenda urbana nazionale andando ad individuare le priorità di investimento delle aree metropolitane” e di “tradurre le diverse agende urbane in realtà pratica”. Paolo Testa, Responsabile dell’area Studi e ricerche di Anci, ha posto l’accento sulle modalità di integrazione delle politiche di sviluppo sostenibile: “le città metropolitane devono fungere da polo di attrazione di investimenti sostenibili, ma non bisogna dimenticarsi delle città medie, che producono ricchezza e benessere in larga parte del Paese”. Per quanto riguarda le azioni sul territorio “Anci è impegnata su un progetto riguardante l'uso delle aree confiscate alle mafie, come punto di partenza per lo sviluppo territoriale interno”. Secondo Paolo Testa un’agenda urbana si può costruire solo partendo dal basso. “Parlare degli SDGs non significa fare greenwashing, è un lavoro che va fatto in tutti i comparti della pubblica amministrazione, costruendo una cultura diffusa tra i cittadini”, ha affermato Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria.
Ne è convinto anche Raffaele Cattaneo, assessore all'Ambiente e clima della Regione Lombardia, il quale ha evidenziato che “i territori vanno ascoltati, i processi non si possono imporre ma vanno costruiti a livello collettivo, lavorando sulla governance”. Per quanto riguarda le attività di reporting, la Regione Lombardia si è impegnata con il Rapporto Lombardia 2018, realizzato in collaborazione con Polis Lombardia, che confronta i progressi della Regione sul raggiungimento degli SDGs con quelli dei Paesi europei. Rimanendo sempre in terra lombarda, l’assessore a partecipazione, cittadinanza attiva e open data del comune di Milano, Lorenzo Lipparini, ha affermato che “Milano sta puntando al miglioramento della qualità della vita dei cittadini, attraverso l’approvazione di un nuovo piano per la mobilità sostenibile, basato sulla sharing mobility, sul potenziamento delle linee metropolitane e sui veicoli elettrici”.
Dal convegno emerge una preoccupante difficoltà a intavolare un discorso su questi temi con l’amministrazione centrale dello Stato. A tal proposito Massimo Bruno, direttore Affari istituzionali di Enel, ha aggiunto che “le difficoltà sono causate principalmente dalla complessità normativa e burocratica e dalla strumentalizzazione a fine elettorale”.
Bernardo Mattarella, amministratore delegato di Mediocredito Centrale, ha sottolineato la grande opportunità che gli investimenti in sviluppo sostenibile rappresentano per il mercato finanziario, considerando che nell’ultimo anno “hanno superato i 23mila miliardi di dollari”.
Stefania Lallai, direttore sostenibilità di Costa Crociere, introducendo la sindaca di Savona Laura Caprioglio, ha evidenziato l’importanza del dialogo tra istituzioni e stakeholder, intesi come collettività territoriale. Ilaria Caprioglio ha illustrato le iniziative intraprese dal comune di Savona nell’ambito della gestione sostenibile del proprio territorio, tra cui la collaborazione con Costa Crociere per la riqualificazione del porto cittadino.
Per quanto riguarda gli altri territori presenti all’evento, da segnalare l’intervento di Flavia Marzano, assessora Roma semplice di Roma Capitale, la quale ha sottolineato “la forza della cooperazione” nell’implementazione di politiche locali sostenibili, presentando le principali attività di reporting, tra cui spicca il Rapporto Bes di Roma Capitale. Gaetano Armao, vicepresidente e assessore all’Economia della Regione Siciliana, ha affermato che “per fronteggiare la carenza sistemica di infrastrutture adeguate, la Sicilia si è data l’obiettivo di implementare una strategia di programmazione a lungo termine, abbandonando la pianificazione a breve termine”. Paolina Pepe, del ministero dell’Ambiente, si è collegata in videoconferenza e ha annunciato la prossima pubblicazione di un bando per sostenere le Città metropolitane nella elaborazione delle proprie strategie, come quello del luglio scorso a favore delle Regioni.
A conclusione del convegno è intervenuto il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini, il quale ha sottolineato la necessità di imparare dalle buone pratiche, riconoscendo la sostanziale parità per i Comuni, a livello di efficacia, tra i diversi strumenti di misurazione (rapporto Bes e agenda urbana); in particolare ha suggerito ad Anci di diffondere la conoscenza del Secondo Rapporto Bes di Roma Capitale con l’obiettivo di stimolarne l’implementazione da parte degli altri sindaci. “Le città, le Regioni e gli enti locali devono investire le risorse in collaborazione Istat per favorire la misurazione e la condivisione dei dati”, ha proseguito Giovannini: “Non usare il linguaggio della sostenibilità rappresenterebbe un’enorme penalità, poiché gli investimenti comunitari vanno in questo senso”. Il portavoce dell’ASviS ha sottolineato come, nella gestione sostenibile dei territori, leadership e governance vanno di pari passo: gli amministratori locali devono essere influenti ed esercitare pressione per un’azione governativa efficace, al fine di ridurre il gap esistente con gli altri Paesi europei. “Propongo ad Anci e alla Conferenza delle Regioni di istituire tavoli permanenti su Regioni, Città e territori per lo sviluppo sostenibile, se lo Stato non vuole farlo. Successivamente si parlerà con lo Stato, ma non c’è più tempo da perdere”, ha concluso.
Guarda la presentazione di Walter Vitali
Guarda la presentazione di Laura Cavalli
di Lorenzo Pompi