Archivio news
Primo evento nazionale sulla cultura per lo sviluppo sostenibile: paradigmi e modelli culturali per l’integrazione dell’Agenda 2030
A Matera, capitale europea 2019 della cultura, si è svolto il 31 maggio l'evento nazionale ASviS sul tema della cultura per lo sviluppo sostenibile. L’evento, inserito all’interno del Summit Italia smART Community, iniziativa promossa da Pentapolis all’interno degli appuntamenti della terza edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, è stato incentrato sull’idea che gli attori della cultura possono innescare un reale cambiamento verso la creazione di una dimensione culturale inclusiva e trasversale volta al raggiungimento di tutti gli Obiettivi dell’Agenda 2030.
“Oggi abbiamo sentito come i territori possono dar vita a un futuro migliore e sostenibile. Abbiamo un’Agenda a livello mondiale che ci dice che possiamo avere speranza: la cultura è la base per cambiare il modo di pensare, di vedere e di comprendere per poter lavorare insieme”.
Con queste parole Rosa De Pasquale, rappresentante del Segretariato ASviS, ha aperto i lavori della tavola rotonda, introducendo poi l’intervento del portavoce Enrico Giovannini, avvenuto tramite un contributo video, che ha posto l’attenzione sulla centralità della crescita di un nuovo modello culturale per la transizione alla sostenibilità e sull’importanza della misurazione del capitale sociale:
“Riuscire a trasmettere una cultura della sostenibilità è forse la sfida più grande che abbiamo davanti: dobbiamo rafforzare i tratti culturali dell’Italia per velocizzare l’attuazione dell’Agenda 2030. La misura del capitale sociale e culturale è uno dei temi su cui gli statistici di tutto il mondo stanno ancora faticando tantissimo: il percorso è difficile, ma gli istituti di statistica e i centri di ricerca si stanno impegnando sempre di più sia a livello nazionale, sia a livello europeo”.
La riflessione è proseguita con l’intervento di Beatrice Lucarella, membro del gruppo tecnico cultura e sviluppo di Confindustria, che ha richiamato l’attenzione sul ruolo di rilievo delle imprese per la diffusione di modelli culturali innovativi e inclusivi sul territorio: “Quando si parla di cultura si parla di diversità, integrazione e responsabilità, ma soprattutto di contaminazione tra cultura di impresa e cultura del territorio: queste le parole chiave per la crescita di un modello culturale sostenibile”.
Il tema della misurazione è tornato nuovamente al centro della discussione con l’intervento di Livia Celardo, referente ASviS del gruppo indicatori, che ha sottolineato come esista in realtà una forte correlazione tra la cultura e il benessere: “In quei territori dove l’attenzione alla cultura è forte è presente anche un alto livello di benessere sociale ed economico. Solo un modello di cultura inclusivo e sostenibile può portarci al mantenimento nel tempo della conoscenza, del patrimonio, della coesione e della creatività”.
Secondo questa prospettiva, tra i luoghi di massima conservazione del patrimonio culturale, dell’inclusione e della coesione sociale sono state identificate le biblioteche: “Le biblioteche pubbliche nel tema della formazione permanente possono dare un grandissimo contributo: la biblioteca è un ruolo inclusivo ed accogliente”, così ha dichiarato Cecilia Cognigni, coordinatore della Commissione nazionale sulle biblioteche pubbliche dell’Aib, che ha specificato poi: “Gli impatti delle biblioteche pubbliche sul territorio devono essere misurati anche attraverso altre attività di valorizzazione delle competenze e arricchimento della comunità”.
La discussione sulla misurazione della cultura e sulle complessità gestionali legate al monitoraggio dei livelli di partecipazione culturale ha coronato le conclusioni del panel, tramite l’ultimo intervento dedicato a Michele Fasano, regista, produttore e curatore del Focus: Adriano Olivetti: “La gestione della complessità che comprende il divenire costante non può guidare le previsioni sui big data perché raccolgono informazioni sui desideri della gente e non sui bisogni, cambiando in maniera velocissima”. Ha continuato poi parlando del ruolo della governance e dell’importanza della coerenza delle politiche, affinché i livelli di inclusione e partecipazione culturale sul territorio possano crescere: “Le istituzioni devono regolamentare tutte le istanze culturali e far sì che siano tutte ascoltate: i saperi diffusi vanno raccolti.”
Di Cecilia Menichella